La storia di Rodigo

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RodigoL'origine di Rodigo si situa nel secolo XI, tra il 1050 e il 1100. Il nome Rodigo deve probabilmente le sue origini al nome del fondatore 'Roto', ovvero 'del popolo dei Roti'. In latino questa formula veniva scritta 'Rodingum', cioè 'Roti vicus', che per elisione e scambio di lettere si sarebbe mutato in Rodi igo, cioè 'Luogo di Roto'. Lo stemma del Comune, raffigurante una ruota, risale all'epoca in cui Rodigo era Contea (1479-1587): esso riportava il motto Rotat Omnia Secum.

Nel paese di Rodigo si trovano diversi palazzi e ville di un certo pregio. La maggior parte di esse risale al secolo scorso o all’inizio del ‘900; la più antica, Villa Balestra, è datata fra fine Cinquecento e primo Seicento. La torre dell’orologio, di epoca sicuramente precedente, è tutto quel che resta di un castello che ne possedeva quattro, ai quattro angoli delle mura di cinta. Del ‘700 è la bella chiesa di S. Maria delle Rose. La palazzina centrale dell’Istituto Geriatrico Intercomunale è del secolo scorso, così come l’edificio municipale; sono del primo Novecento le eleganti scuole elementari e altre prestigiose ville.

Sparse su tutto il territorio sorgono Ville e Corti agricole di notevoli dimensioni. Di alcune corti si ha testimonianza già nel tardo Medioevo, ma è probabile che siano ancora più antiche: corte Samafeia, corte Retenago, corte Fornace, corte Camerlenga, corte Sette Frati. Il territorio comunale di Rodigo costituiva, quasi sicuramente, un antico avamposto romano sulla via Postumia, da cui è sfiorato.

L'intero territorio divenne dominio dei Gonzaga nel 1432 e dal 1479 fu elevato al rango di Contea indipendente dal Marchesato di Mantova. Nel 1630 Rodigo venne assalito dai Lanzichenecchi che, colpirono pesantemente l'abitato, distruggendo anche il castello. Nel 1708, come conseguenza della caduta del duca Ferdinando Gonzaga, il comune entrò a far parte dell'impero austriaco. In seguito a rovinose battaglie passò, quindi, ai francesi (1796) per poi tornare all'Austria nel 1814. Nel 1859 Rodigo passò all'Italia, annesso alla provincia di Cremona, pur restando a far parte della diocesi di Mantova. Soltanto nel 1866 si riunì definitivamente a Mantova italiana.